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Scrittura Cooperativa V2

non sappiamo dove arriveremo, e noi stessi non abbiamo idea di come faremo.
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07 Jun 2008
Capitolo 1 - Racconto 1 - LSD





Erano passati circa quindici minuti dall'inizio della quiete. L'area intorno a Den era diversa, si era spostato più in alto, per controllare che non ci fossero comunque dei rivoltosi in agguato. Accanto a lui la figura intristita di una giovane recluta lo aiutava.

"Quanti agenti sono morti oggi?" chiese Den
"Almeno 60 agenti signore. Le cifre sono delle stime fatte dalla polizia sugli elicotteri. L'area è off-limits. Sono stati messi dei blocchi a circondare il triangolo di area che arriva fino al fiume Avon"
"Un bel pò di spazio direi. Si è ampliata così tanto la rivolta?"
"Non lo sappiamo signore. La decisione di bloccare l'intera area è stata presa dai piani alti"
"Cosa diavolo pensano di fare? Chiuderci qui dentro?"
"Non lo so signore"
"Non era una domanda ragazzo"

Den provò a camminare di nuovo. Nell'ultima ora c'era quasi riuscito, ma qualcosa non gli permetteva di farlo per più di due minuti, altrimenti apparivano dal nulla delle fitte incredibili e un forte giramento di testa.
Un dottore gli avrebbe fatto proprio comodo.

Adesso però l'area dove si trovava era stranamente silenziosa. Aveva raggiunto l'angolo che si incrociava con "St. Thomas Street E." grazie all'aiuto di una pattuglia, e stava lì ad attendere. Nella sua mente vagava come la lontana percezione che qualcosa, qualcosa di impensabile, stava per succedere.
Si voltò. L'altra parte della strada era vuota, come prima.
Mi domando se sia sempre così inquietante visto da lontano. domandò a se stesso.
"Signore?" Il giovane poliziotto si era avvicinato, la pistola ferma in mano in attesa di qualche attentato, e lo sguardo fisso su Den.
"Dimmi"
"Va tutto bene?"
"Se questa strage si può chiamare 'bene' allora si, va tutto bene."
"Ha ragione"
"Chiama l'altra pattuglia, quella da cui siamo partiti, e senti se ci sono novità."
"Va bene signore"

Il tempo andava a rilento. Come un orologio che stava pian piano finendo la sua carica.
Il tic tac iniziava ad essere percepibile dal suo orecchio.
Tic, tac.
Nell'auto il ragazzo comunicava, "Silenzio", "Timore", "Nessun altro ordine" erano le cose che era riuscito a comprendere.
Sentiva la nebbia, fuori, ma soprattutto dentro. E sentiva sempre, sempre meno.
Tic tac.

"Va tutto bene, non piangere dai"
Il bimbo stava piangendo tra le sue braccia.
"Ha d-detto che è n-nero..."
"Den, smettila di preoccuparti. Era solo un delirio. Lei non stava bene, rilassati piccolo"


"Dobbiamo muoverci signore. Dicono che c'è un gruppo di rivoltosi che si sta dirigendo verso il fiume passando per St. Thomas. C'è il rischio di incappare in essi. In due non possiamo farcela. Muoviamoci"
Den si era appena ripreso ed il ragazzino iniziava già a rompere.
"Che cosa mi è successo?"
"Niente signore. E' rimasto un po' con lo sguardo perso nel vuoto, ma comunque non ho notato niente di strano. Neanche quando le ho chiesto se era meglio rimanere in attesa di altre informazioni dalla squadra"

"Devi ricordartelo bene Den. Agli altri potrei sembrare pazza, ma a te no. A te no. Tieni questo diario, se mai ti mancherò potrai sempre leggerlo, ok? E' il nostro piccolo segreto"
Den impugnò il diario, come si impugna uno scettro, od un oggetto di grande valore. Il diario era enorme per lui e per le sue piccole mani.
Ciononostante era bellissimo. La copertina rigida, la rilegatura in pelle. Sembrava davvero di valore. Il suo colore verde lo rendeva quasi speciale.
"Ora torniamo in casa, sta per piovere, guarda il cielo"


Den aveva un braccio del ragazzo che lo teneva in piedi. Stavano più o meno strisciando verso l'altro lato della strada.
"Il cielo"
"Non si fermi ora signore."
"Dove siamo?"
"A metà strada. Cosa le prende?"
"Il cielo, ragazzo, il cielo."
"Cos'ha?"
"Non lo vedo più"
"Ora non è il momento di pensarci, dobbiamo fuggire"

"Alle volte vorrei scomparire"
"Dove, July?"
"Non so."
July era distesa su un bellissimo prato. A guardare un cielo che più stellato non si poteva.
"E' che ho paura. Ci sono troppe cose che stanno cambiando. Mi sento oppressa da questo mondo, da questa storia. Ti rendi conto di cosa sta succedendo o no intorno a noi?"
"Beh, a me non pareva niente di grave."
"Tutti sembrano tranquilli, è vero. Ma qualcosa mi spaventa Den, mi spaventa davvero"
Chissà se l'erba poteva avvertirli. Chissà se c'era ancora tempo, per cambiare qualcosa.
Chissà se c'era qualcosa da cambiare.


"Ottimo. Ce l'abbiamo quasi fatta signore, siamo quasi arrivati al ponte."
In lontananza si poteva scorgere l'ultimo respiro di Redcliffe way, e poi il ponte che attraversava il fiume.
"A Queen Square signore dovrebbero aver portato dei soccorsi, è stata dura ma ce l'abbiamo quasi fatta"
Den era intontito. Sentiva spari ovunque, il cielo era ancora di un colore così cupo da togliergli il respiro.
"Ancora un po' signore"
"Ragazzo, fermati. Ho bisogno di una mano"
"Che succede?"
"Fermati un attimo"
Si fermarono un attimo a bordo strada. Lontano qualche urlo, ed il rumore degli elicotteri.
Ed infine, ancora oltre, la nebbia.
"Devi dirmi esattamente per filo e per segno cosa è successo da quando..."
Den fece un po' mente locale. Cosa si ricordava distintamente?
"Da quando ti ho detto di chiamare l'altra pattuglia, ed eravamo all'incrocio"
"E' più di 4 ore fa signore, e soprattutto lei era presente. Perché dovremmo perdere tempo ora? E' rischioso rimanere qui"
"Fallo e basta" disse, alzando un po' il tono della voce per renderla più autoritaria.
"Come vuole signore, ma ci rifletta. Non e' saggio."
"Spostiamoci in quel vialetto, è più riparato. Ho bisogno di sapere cosa è successo."

Si spostarono, ed il ragazzo, Tony, iniziò a raccontare.
Alla chiamata la pattuglia li aveva avvertiti della strana situazione. Non c'erano rumori. Sembrava tutto placato. Però ancora i blocchi non erano stati tolti. Erano rinchiusi nel triangolo. A un tratto però una squadra è uscita da uno dei palazzi interni alla triangolatura. Più di 20 persone armate, pronte a morire per un'ideale.
"Ma soprattutto avrebbero rischiato di vederci" disse Tony, mentre raccontava.
"Allora ci siamo spostati verso il centro cercando di scansarli. Abbiamo usato la radio per capire dall'elicottero che spostamenti facessero. La polizia ha tentato di fermarli invana, sono tutti morti. Però non abbiamo perso i contatti. Ci è voluto un po' ma ci hanno detto che c'è una zona franca qui vicino, ed è a Queen Square. "
Il resto era una cosa che non aveva vissuto? O cos'altro?
Den era terrorizzato. Neanche sotto acidi gli era mai successa una cosa simile.
"Ora ascoltami Tony. Non so che diavolo mi stia succedendo, ma mentre per te è tutto normale io perdo coscienza. Quindi prima trovo un medico meglio è. Ok? Andiamo"

"MAMMAA" urlò
"MAMMAAAA"
Aprì gli occhi nuovamente. Un incubo. Ma non lo ricordava mai. Erano due settimane che aveva iniziato la scuola di addestramento e qualcosa lo tormentava. Sarà che era troppo vicino alla nebbia? Eppure i medici dicono che non è nociva.
Sono solo paure.
Solamente paure.



Til next time,
Francesco e Andrea at 00:00

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