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Scrittura Cooperativa V2

non sappiamo dove arriveremo, e noi stessi non abbiamo idea di come faremo.
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29 Jul 2008
Capitolo 1 - Racconto 5 - Men in black



"Mi rifiuto categoricamente".
"Professor Erley, la preghiamo di non opporsi alla nostra richiesta."
"Ma vi rendete conto di cosa mi state chiedendo? Mi dispiace ma sono assolutamente contrario"
Aula 127, un numero prima di qualche potenza e un numero dopo dei secondi passati. Due minuti e qualche manciata di secondi separavano il passato dal presente, in quella camminata così ironica verso il futuro che Hive non sarebbe stato capace di comprendere.
Il battito era diventato irregolare all'incirca verso il trentesimo secondo.
Allo scoccar del minuto, come nelle migliori partite, aveva iniziato a sentire qualche strano dolore al cuore.
Al minuto 127 si era opposto.
"Lei è l'unico che può aiutare il governo. Abbiamo fatto svariate indagini sul suo conto. Sappiamo che si è informato per vie autonome al fine di ottenere informazioni riservate su alcuni personaggi... di rilievo."
"Ed inoltre" aggiunse il secondo agente "sappiamo che lei cerca la verità suq uanto accaduto, le stiamo per dare l'occasione di accedere a tutti i dati che ha sempre desiderato, a tutte le informazioni del mondo che lei cerca."
"Lei è morta. Lo dovreste sapere"
"Le nostre informazioni sono leggermente diverse dalle sue."

Era un tranquillo secondo del tempo di Hive. Il secondo era il 232.
Hive svenne.

Quando riprese i sensi era ancora lì. In quell'aula.
Cosa diavolo era successo?
Si guardò intorno, la luce del sole era ancora abbastanza forte da far pensare di non aver superato da poco il mezzogiorno. Intorno a lui l'aula lasciava far presagire il peggio. I due uomini erano scomparsi, e c'era un silenzio innaturale nella scuola.
Guardò finalmente l'orologio: mezzogiorno e ventitre.
<<Non è possibile che lei sia ancora viva. Stanno mentendo, mi domando però perché arrivare a dire tanto.>> pensava tra se e se.
Un colpo al cuore l'aveva fatto crollare a terra. Per fortuna aveva resistito.
"C'è nessuno? che succede?"
mentre parlava si dirigeva con lentezza verso l'uscita. Da fuori non veniva alcun rumore.
"C'è nessuno? Ma dove siete andati?"
l'orario scolastico terminava alle 2 oggi, e comunque la segreteria, perlomeno, avrebbe dovuto essere aperta.
Ma niente. Il vuoto.

Dal primo piano scese attraversando tutta la Hall of Mininster, una gigantesca sala arredata con quadri. Era il tentativo di quell'epoca di umanizzare la tecnologia. Al suo interno infatti erano disponibili le ultime tecnologie in fatto di computer, ma poste in un arredo se non altro inusuale.
Da una finestra non vide niente di particolare. Scese quindi le scale del corridoio, fino a passare davanti all'infermeria.
Là, una televisione accesa ripeteva l'ultimo costante messaggio di un notiziario.
"Emergenza nazionale. Evacuare la zona" era il sunto del testo.
Il motivo era da ricondursi ad un probabile attacco terroristico avvenuto a qualche chilometro da loro.
"Prima gli uomini, ed ora un attacco terroristico. Cosa stanno cercando?"
Corse verso il suo ufficio, il suo cuore era ancora dolorante ma riusciva ad andare avanti. Una volta arrivato prese la sua valigietta ed uscì dall'edificio.
In quel momento un rumore da lontano iniziò con l'avvicinarsi.
Ciò che vide Hide fu qualcosa che gli fece ribollire il sangue. La "cosa" che volava in cielo era come una grande nube di nebbia, dai fili dorati, che si dirigeva diretto verso il centro della battaglia. Sarà stata grande circa come un'aereo, ma per lui fu come incontrare un gigante, il suo incubo era un ricordo fin troppo vivo per dimenticarlo.
Seguendo la scia della "cosa" finì con incrociare nuovamente occhi che aveva già incontrato. I due uomini in nero di poche ore fa.
"La stavamo aspettando professor Erley. Ora è intenzionato a seguirci?"
Non fu detta con voce intimidatoria, ma di certo Hive non riuscì a focalizzare. Dopo aver visto quella cosa volare l'unico desiderio che Hive aveva in mente era trovare il modo di distruggerla.

Til next time,
Francesco e Andrea at 00:00

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