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17 Aug 2008
Capitolo 1 - Racconto 7 - O noi o Loro


"Soldati, oggi è un giorno speciale per voi. Usualmente voi siete carne da macello, e non vi è permesso sapere niente di quanto accade ai piani alti. Ma oggi, vista l'urgenza e la possibile confusione, voi vedrete ciò che in vita vostra, non avreste dovuto vedere."
Gli stanzoni militari erano tutti simili di quei tempi. Troppo grandi, troppo vuoti per contenere i poveri sfortunati che credevano in questa guerra.
"Voi siete stati scelti per un motivo ben preciso: State fuggendo dalla guerra. Molti di voi hanno fatto richiesta per lavori meno impegnati in ambito militare. Il vostro relax, la vostra vacanza. Ma purtroppo non andrete a casa a mani vuote."
Circa 50 persone erano in piedi, in inusuali vestiti da ufficio e casual.
"Voi, soltanto voi, vedrete ciò. Il governo inglese ha bisogno di persone che, in caso di emergenza, siano capaci di guidare manovre di combattimento dall'interno della popolazione. Anche se non vorrete, forse questo giorno capiterà. Già conoscete i problemi delle rivolte. Già avete visto il sangue sparso a terra e pianto la morte dei vostri compagni. Ora siete stanchi di questo, ma sappiate che ciò che state per ottenere è una tregua, prima o poi la guerra vi troverà. L'umanità non può dividere il pianeta e sperare che tutti siano contenti, ricordatevelo."
Alto circa quaranta metri, la costruzione militare presente nella campagna inglese era quasi vuota. Solo questi "soldati speciali" erano stati richiamati all'attenti delle armi.
Il colore grigio, reso maggiormente espressivo da qualche pennellata di verde, era la costante di ogni militare. La morte è nera, ed il patibolo che la precede è sicuramente grigio.
Stavano tutti per andarsene, per partire, per abbandonare tutto quel sangue e quel terrore.
Ma furono richiamati. Una settimana prima arrivò ad ognuno una lettera che, con priorità massima, li riportava in quel capannone.
"Per questo oggi, vi diamo la possibilità di essere preparati. Probabilmente un giorno tutto ciò succederà, e voi sarete a lavorare come povere capre, finché non sentirete un boato.
Beh, quel giorno, ricordatevi di quanto state per vedere."

L'immagine tornò alla mente di Carlos con una chiarezza inaudita. Un flashback incredibile lo strappò alla realtà per quasi trenta secondi, finché, costretto dal rumore, non tornò in se e capì cosa aveva di fronte.
"Corruzione informatica eh? Non ti basta uccidere le persone, ora invadi anche le macchine?" pensò.
Sopra di lui la nebbia dorata si muoveva lontano dal suo centro d'origine.
"Ognuna di queste schifezze soldati, se lontana dal muro, ha un giorno di vita. Ma in quel giorno proverà ad uccidervi. Voi dovete saperlo. Quando il popolo inglese se le troverà davanti, voi dovrete sapere chi siete, e chi è il vostro nemico. Dovrete fare una tra le scelte più comuni di questo mondo: o noi o loro."
Le parole del capitano gli tornavano alla mente come se le avesse sentite il giorno prima.
Ora non era momento di combattere, ora doveva salvare Helena e Bob. Tutto questo non importava ora, la guerra, il muro, gli strani esseri della nebbia.
Da quella strada non sarebbe passato nessuno, dovevano cercare un'altra strada.
Carlos girò svariate volte lo sguardo, cercando un appiglio, una speranza.
La briciola che cercava arrivò in un angolo di strada, era parcheggiata, ed il suo guidatore era morto. Un'auto militare. Con essa avrebbero potuto avere una speranza.
Ancora un boato. Il palazzo dove prima erano dava i primi segni di decaduta. Non aveva molto tempo.

Carlos corse, come non aveva mai fatto in vita sua. Ignorando gli ordini del generale pensò a quel "noi" ancora più vicino. Non al popolo inglese, ma ai suoi amici.
Mentre attraversava sentì delle urla di alcuni soldati "Cosa cazzo ci fai li? Vattene!"
mischiate alle loro, nella scia di immagini che si perdevano sulla coda dell'occhio, c'erano le urla di persone uccise da un'esplosione, o da un palazzo che perdeva pezzi troppo grandi da scansare.
Lui corse in mezzo a tutto questo. Calcolando le possibili traiettorie d'attacco del mostro e dei suoi alleati. Solo in quella guerra fatta di solitudine.
A pochi metri dall'auto una bomba inesplosa fece il click fatale e lo scaraventò via di qualche metro.
Perse temporaneamente l'udito, ma non la vita. Era stordito.
"Cazzo, questa non ci voleva"
il suo equilibrio vacillava. Cercò di rialzarsi chiamando a se tutte le forze rimaste nel suo corpo.
Nel fondo della strada, quello più lontano dalla guerra, vide una macchina fermarsi, e di fronte a quella distruzione, invertire il senso di marcia. Chissà se erano altri ospiti segreti del posto in cui lavorava.
"Su Carlos, alzati." parlò senza sentire nulla, ma ci riuscì davvero. Gli ultimi passi sembravano interminabili, e cadde anche un paio di volte, graffiandosi mani e gambe.

L'auto aveva il serbatoio a metà, sufficiente a scappare da quell'inferno. Aggirò il palazzo evitando la parte principale dello scontro.
Una volta arrivato al punto dove aveva lasciato gli altri non trovò nessuno.
"Helena, Bob?" urlò.
La sua voce era ancora lontana, l'udito tardava a tornare, ma per fortuna sentiva qualche parvenza di suono, segno che il danno non era permanente.
"Booob?"
"Heeelena?"
tutte le altre persone erano già scappate o morte. Iniziò a controllare i cadaveri, certo di dover rivivere gli orrori della guerra. Il palazzo era agli sgoccioli, entro breve sarebbe crollato su di lui. I morti più vicini non avevano nessun vestito simile a quelli dei suoi amici.
Dopo pochi secondi sentì un altro boato.
"Dove sono finiti, diavolo""
Poi, come raramente accade, Bob toccò la spalla di Carlos che fino ad ora non aveva sentito i suoi richiami. Carlos si girò ed urlò "Sono mezzo sordo a causa di una bomba. Salite e basta".

Sfuggirono per un pelo alla caduta del palazzo. Mentre si allontanavano la guerra continuava, ed altri militari arrivavano nel luogo dell'attacco. Solo una cosa distrasse Carlos, una frase o forse un urlo, che sentì da un signore mentre correvano via in auto.
Il signore era con due uomini in nero, nella macchina che aveva visto poco prima.
Nella loro fuga non sentì molto, ma solo un pezzo di una frase.
"E' questa la verità che volevate farmi vedere?"

Til next time,
Francesco e Andrea at 00:00

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