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Scrittura Cooperativa V2

non sappiamo dove arriveremo, e noi stessi non abbiamo idea di come faremo.
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13 Sep 2009
Capitolo 2 - Racconto 7: Compromessi accettabili



"Barnard Castle, cittadina del County Durham, in Inghilterra. Famosa per gli scontri avvenuti nel 2013 a causa dell'approvazione del muro. Fu tra le città che opposero più resistenza in assoluto. E come biasimarli, a guardarla nelle foto sembrava solo una semplice cittadina. Qualche migliaio di abitanti che di certo non influiva in maniera massiva nella crescita mondiale dell'inquinamento."
Hive inspirò profondamente. L'aria lì era finta, costruita. Passava attraverso decine, forse centinaia di condotti prima di arrivare da loro.
"Poi ci fu quell'incidente diplomatico. Era circa il 2015. L'80% della popolazione di Barnard Castle si autodistrusse a causa di un attentato andato male. Contrariamente all'immaginario comune i veri terroristi, quando si parla del Muro, erano le persone del paese, non gli immigrati o gli stranieri. E' per questo che il governo inglese, e con lui molti altri, ha adottato una politica piuttosto regressiva. Non c'erano trattazioni da fare, ma solo da portare avanti la cosa per il bene di tutti."
"Esatto" lo interruppe Michael Kynr, ufficiale dei servizi segreti del governo inglese.
"Ed è qui che entra in gioco lei, signor Erley. L'avevamo contattata perchè lei dispone di almeno due cose che interessano molto al governo. La prima è che dopo anni di ricerca tra le scartoffie siamo risaliti ad una certezza. Sua moglie è il caso numero uno di morte causata da quella che noi chiamamo Nebulis. O più comunemente soprannominata con "La nebbia". Un nome che rasenta il titolo da cinema.
La seconda, signor Erley è che lei ha investigato sulla Nebulis molto a fondo, e conosce alcuni dettagli che, mi duole ammetterlo, a noi potrebbero mancare. Abbiamo bisogno di lei."
"E' per questo che sono ricercato?"
"Si signore. Che io ricordi lei non ha ancora ucciso nessuno. E per quanto mi riguarda trasformarla in un fuggitivo era molto più semplice che dare spiegazioni alla popolazione."
Hive era silenzioso. Osservava ogni dettaglio dell'uomo che aveva di fronte, e cercava di capire da che parte stava.

Carlos e Den nel frattempo, guardavano attoniti la situazione. Già essere stati catturati, per quanto fosse stato inevitabile, non giovava loro. Carlos riflettè sul fatto che, adesso, erano davvero senza una direzione. L'idea folle di raggiungere Barnard Castle non aveva motivi. Ma i sogni di Den, ad oggi, hanno sempre avuto un qualche significato. E se Debora aveva ragione come immaginava, allora c'era qualcosa che la nebbia voleva dirgli. Ma come poteva la nebbia essere un qualcosa di anche solo pensante?
Tutto assumeva valori contorti, i bordi della realtà a cui Carlos era abituato si andavano infrangendo contro un'intera scogliera di incoerenze, di assurdità.
E Den invece stava lì. Iniziava a convivere con questa situazione. Le allucinazioni, il mondo alterato. Ora il suo unico pensiero aveva anche un nome. July.

"In realtà poi, signor Erley, il governo sarebbe curioso, e lo sarei anche io, di sapere in che modo voi siate ancora vivo. I nostri servizi informativi ci hanno detto che lei doveva essere su un cargo diretto proprio nel punto dell'esplosione. Abbiamo anche un paio di registrazioni che confermano quanto sto dicendo. Eppure lei è qui di fronte a me. E di certo non è un allucinazione."
Hive stette in silenzio. I suoi occhi si scansarono dallo sguardo fisso di Kynr puntando qualche secondo verso il basso.
"Ma per ora" continuò Michael "questo mistero, che interesserebbe tanto ai nostri scienziati, può però rimanere celato. Vorremmo la sua collaborazione, e spero che stavolta ce la conceda."
D'un tratto Hive sembrò aver capito qualcosa, alzò nuovamente lo sguardo e disse
"Vorrei parlarne in privato" riferendosi a Kynr.
"Hive, sei davvero sicuro?" Chiese Carlos.
"Certo Carlos. Fidati di me."
"Den? Per te è ok?"
"Si Carlos. Io ora voglio solo trovare mia moglie. Hive, promettimi che lo faremo, ed il resto per me non importa"
"Non preoccuparti Den. Lo faremo."

Carlos e Den uscirono dalla stanza.
"Davvero non t'interessa tutto il resto?"
"Ora come ora è così. Ho un pessimo presentimento da quando ho fatto quell'incubo. Ed anche se le allucinazioni mi creano scompensi, sono più lucido che mai. E so che Barnard Castle è il posto dove dobbiamo andare."
"Den, Barnard è al di là del muro!" Esclamò. "Non possiamo arrivarci. Hai idea di quanto inquinamento ci sia dall'altro lato?"
"A questo punto non sono sicuro che il muro debba difenderci dall'inquinamento." Concluse Den.
E diceva sul serio.

"Mister Kynr. Posso essere sincero con lei in via informare?"
"Se lo desidera, considererò quello che mi sta per dire come un'informazione riservata"
"Se avessi avuto almeno 20 anni di meno probabilmente sarei stato tra i rivoltosi adesso. Tra quelle persone che hanno attentato al muro. E sinceramente, Mister Kynr, vorrei davvero vedere quest'incubo finire, e tornare alla terra che conoscevamo.
L'evoluzione tecnologica si è appiattita a causa delle spese che sono andate ad incentivare nel muro. A questo si è aggiunto un controllo delle nascite sempre più costrittivo."
Michael Kynr rimaneva in silenzio, per quanto confidenziale fosse, non poteva divulgare alcune conoscenze che, almeno in quel momento, avrebbero messo a rischio la sua missione.
"Quello che voglio" continuò Hive "è che ci diate supporto per compiere una nostra ricerca. Dobbiamo accertarci di una cosa e poi ognuno di noi tornerà ai suoi ruoli. Carlos nei militari, Den nella polizia, ed io dietro ad una cattedra. Una volta garantito questo,vi fornirò pieno supporto e sarò a vostra completa disposizione. Dateci un pò di tempo, dei soldi ed una macchina. E se non vi fidate aggiungete una trasmittente GPS ed una persona che ci segua."
Kynr prese parola "La sua richiesta è molto corposa signor Erley. Ma farò presente ai nostri capi il suo desiderio a collaborare. Posso chiederle, qualora le venisse concesso quanto lei desidera, in che modo userebbe le risorse assegnatele?"
"Mi dispiace signore Kynr, ma ora come ora non credo sarebbe produttivo discuterne. Credo sia meglio che ciascuna delle due parti si tenga le informazioni che non vuole divulgare, perchè temo che chiunque dica troppo finirebbe con il far fallire l'accordo."
Michael sospirò, ma sapeva che il professore aveva totalmente ragione.


Nell'altra stanza Den e Carlos sedevano su un piccolo divano. L'intera costruzione era asettica.
"Ehi Carlos, dai un'occhiata a questo"
Den teneva in mano il giornale di oggi. Era passato del tempo dall'esplosione e dagli inseguimenti.
Il giornale però era normalissimo. Nessuna novità sconcertante. Addirittura il fatto che Hive fosse ancora in fuga non era scritto da nessuna parte. Come gli inseguimenti.
"E' normale Den. Non vi era mai stato commissionato in polizia un ricercato segreto? Ovvero qualcuno che dovevate arrestare ma che nessuno doveva sapere che stavate cercando?"
"In tutta la mia carriera no. Però è strano. Che ne sarà stata della breccia che hanno fatto nel muro? Sarà stata riparata?"
"Psss" una voce da dietro di loro richiamò l'attenzione
"Psss"
I due si girarono. Dietro di loro c'era Debora.
"Debora? Cosaci fai qui? Ti hanno catturata?"
"Carlos, per quanto sarebbe plausibile ti ricordo che io alla fin fine lavoro per gente come loro. E' normale."
Den la guardò dal basso verso l'alto. Facendo un impercettibile segno con la testa per salutarla.
"E voi? Ho saputo che vi hanno trovati che avevate rubato un'auto."
"Preferirei non parlarne. La nostra situazione è un po', complicata diciamo. E dopotutto tu non ci hai aiutati molto l'ultima volta che ci siamo visti.
E' proprio vero che non bisogna fidarsi delle donne"
Debora, in preda ad un pò di vergogna per le sue azioni, decise di raccontar loro un pò degli ultimi avvenimenti.
"Il governo ha insabbiato interamente il problema post-esplosione. I media ne hanno parlato pochissimo. La breccia invece. Beh, quella è un qualcosa di anomalo."
"Perchè?" Den si sentì chiamato in causa
"Beh. Perchè noi scienziati ci saremmo aspettati una fuoriuscita di contenuti altamente inquinanti. Ma pare che lo stesso muro fosse stato progettato per supportare delle fratture nella struttura pari a un terzo della sua intera forma. Una cosa davvero mirabolante se si riflette sulle dimensioni mastodontiche del muro."
Den la guardò, posò le mani sulle proprie ginocchia e si alzò.
"Senti. Devi dirmi una cosa."
"Così, su due piedi Den? Cosa vuoi sapere? E sei sicuro di fidarti della risposta?"
"Conviverò con il dubbio. Dimmi cosa sai di Barnard Castle"
"Barnard Castle? Non è quella cittadina che si auto annientò nell'attacco terroristico? "
"Si, questo lo sappiamo. Poi?"
"Poi cosa? Non c'è nessun poi."
"Non è possibile. Cosa c'è là?"
"Den, quella città è oltre il muro. Se ancora esistesse sarebbe corrosa dall'inquinamento. Non dire stupidaggini. E perchè quest'interesse morboso verso la città? Cosa pianificate di fare? Andare là?"
I due non risposero
"Siete pazzi vero? Non c'è modo di superare il muro, e anche se ci fosse non trovereste nulla al di là. Perchè hai questa fissazione?"
"Mia moglie."
Lo sguardo di Den si fece più morbido. Le sue mani smisero di essere tese.
"deve essere là. L'ho vista."
"L'hai vista? Non è possibile Den. Ti giuro che là non c'è nulla."
La porta di fronte a loro si aprì, e Michael Kynr uscì salutandoli e dirigendosi alla loro destra.
Dietro di lui c'era Hive che notò subito Debora
"Vedo che ci ritroviamo signorina. Spero stavolta non avremo da fuggire. Quanto a noi tre, speriamo di aver trovato un accordo con questi signori vestiti tutti di nero."

Nella serata ad Hive arrivò la conferma: Avevano a disposizione modeste risorse per la loro ricerca. Al fine di garantire il rispetto dei patti ciascuno avrebbe avuto una trasmittente iniettata sottopelle per garantire che non infrangessero i patti e per monitorare i movimenti. Inoltre avevano un tempo limite di dieci giorni, espandibile sotto richiesta se necessario.
Questo era quanto il governo passava.
La nottata la passarono in delle impersonali camere da letto.

Al pranzo del giorno dopo i tre fecero una riunione.
"Signori miei, vorrei informarvi che ritengo poco plausibile arrivare a Barnard Castle. Ma se le allucinazioni di Den hanno un senso come tutti noi speriamo, beh, credo che dovremmo almeno credere di andare là."
"Credere?" interruppe Den "non è credendo che risolveremo i nostri casini".
"Den, stia calmo. Cerchi di ragionare. Non sto dicendo che dobbiamo illuderci di fare quello che stiamo facendo. Ma che magari la tua allucinazione significa solo che dobbiamo tentare di andare a Barnard Castle, per trovare tua moglie. I servizi governativi, converrà, non ci potranno fornire armi così potenti da sfondare quel muro. E non è indifferente il problema della Nebulis."
"Professore, ora la chiama così anche lei? Che accordo ha preso con questi servizi? Inizio a temere qualcosa"
"Ah ah ah, figliuolo. Non preoccuparti. Niente di così segreto. Solo ritengo molto affascinante questo nome. Suona bene, non credete? E poi è sempre meglio sapere il nome del proprio nemico. Altrimenti le crociate non funzionano bene."
"Ok. In previsione di questo ho contattato Debora e mi sono fatto dare alcune cose" disse Carlos.
"So che magari non sarete contentissimi che abbia usato lei come contatto interno ma qualcosa dovevamo fare, o saremmo rimasti immobili."
tirò fuori una mappa.
"Ecco. Qui è dove siamo noi, nei dintorni di Grantham. Barnard Castle è qua." indicò un punto oltre una linea che, senza dubbio alcuno, identificava la divisione terrestre del muro.
"Sono circa 130 miglia in linea retta." osservò Den. "Potremmo raggiungerlo in 3 ore, forse anche meno."
"Den, come ho già detto: non dobbiamo andare fisicamente a Barnard. La demarcazione del muro è poco oltre Chesterfield."
Den prese una penna, e si mise a guardare bene la mappa.
"Che strade possiamo fare per arrivare a Barnard, se volessimo raggiungerla?"
"La migliore sarebbe questa" disse Carlos, indicando una strada piuttosto diretta tra le due città.
Den tracciò le strade che consigliava Carlos. E poi vide dove si sarebbero interrotti.
"E' a Retford quindi che ci fermeremo. Ci vorranno quaranta minuti d'auto per arrivarci. Cosa sappiamo di quella città?" Volse lo sguardo al militare ed al professore, ma non incontrò nessuna risposta.
"Se troveremo qualcosa allora dobbiamo essere preparati. Non sappiamo cosa ci attenderà là. In una giornata potremmo tranquillamente fermarci a Lincoln per fare rifornimento di armi e poi dirigerci a Retford, che ne pensate?"
"Direi che iniziamo a ragionare Den. Ma le armi a cosa ci serviranno?"
"Beh, abbiamo solo tre possibilità. O il nostro problema saranno i militari, o i rivoltosi, o la Nebulis. Quale che sia, io ritroverò mia moglie. Ma un problema di questi lo troveremo. Chesterfield è già caduta oltretutto. Quindi non sappiamo nemmeno quanti corrotti ci saranno la fuori."
"Ora che mi ci fai pensare. La macchina che ci hanno dato potrebbe non andare bene."
"Perchè?" chiese Den
"E' troppo recente. Potrebbe venir corrotta senza problemi. E non voglio ripetere l'esperienza."

I tre predisposero tutto. Segnarono sulla mappa tutto il tragitto, e si fermarono per farsi impiantare i gps. Den non avrebbe discusso su nessun compromesso. Ora voleva trovare July, prima che fosse troppo tardi.
Mentre salivano in macchina in direzione Lincoln, Carlos ricordò di nuovo delle parole del suo capitano.
"Qui voi avete visto l'inferno. Queste schifezze che uccidono sono solo l'inizio di quello che capiterà. Voi siete i migliori. I soldati scelti.
Quando sarete pronti a difendervi ed uccidere tutte queste macchine verrete mandati a difendere una sola città.
E' lì che i migliori di voi andranno."

Si domandava se avesse mai detto poi il nome di quella città. Non arrivò tra i primi tre che andarono là. I fortunati furono altri.
Ma, giorni dopo da quella conversazione, Carlos trovò il capitano al telefono, preoccupato.
Parlava di qualcosa riguardo a delle operazioni segrete. Niente di strano. Ma ora, con tutto quello che stava succedendo, tutto appariva con un significato diverso. Già allora avrebbero dovuto capire che sarebbe andato storto.
Dall'altro lato della macchina Den era impassibile. Salì nel sedile del passeggerò e rifletteva ancora su quell'incubo.
"Io andrò a Barnard Castle. Troverò il modo di fottere quel muro. Lo troverò."
E dietro, nei sedili posteriori si sedette finalmente Hive.
"Signori, in marcia" disse.
Carlos ingranò la marcia.

Til next time,
Francesco e Andrea at 00:00

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